La parola ai tecnici

RICERCA
Sicuramente, per avere un Settore Giovanile di qualità, necessita un accurato lavoro di ricerca, ...

... perché senza materia prima valida non si potranno mai raggiungere obiettivi ambiziosi.

Il talento è qualcosa di innato, si può aiutare a farlo uscire e insegnare a utilizzarlo nel migliore dei modi, ma non si può inventare.

Allenamento

Che cosa occorre fare? Cercare di migliorare tutte le qualità tecnico-tattiche e atletiche del singolo senza intaccare il suo personale bagaglio d’intuizioni, fantasia, idee, sogni. Rispettarlo come individuo, dialogando con lui in maniera aperta, ascoltandolo, non plagiandolo, non racchiudendolo in schematizzazioni tatticistiche. Semmai cercare di aumentare la sua autostima, la sua capacità di scegliere la soluzione migliore per risolvere le svariate situazioni che si vengono a creare in ogni momento in una partita di calcio.

Unicità

Ricordiamoci che ogni giovane è diverso da qualunque altro con cui abbiamo avuto a che fare. Questo lo posso affermare con cognizione di causa, perché da quasi quaranta anni lavoro, opero, dialogo, mi confronto con i giovani. Parecchi sono ormai persone adulte, ed è appunto rivedendo alcuni di questi miei ex-allievi, diventati nel frattempo uomini, che mi sono reso conto che veramente ciascuno di loro ha percorso un proprio cammino in maniera unica e irripetibile. La cosa più formativa anche per me rivenendo a contatto con questi ex-allievi, non è stata solo la gratificazione per il loro rispetto e per il loro affetto, ma la loro voglia di parlarmi di se stessi, del loro percorso di vita, del matrimonio, del lavoro, dei figli, quasi a cercare ancora la mia approvazione, facendomi così capire che anch’io ho contribuito alla loro riuscita nel mondo dei grandi. Viene subito spontanea una riflessione su quanto sia importante la nostra funzione di insegnanti di vita per i giovani che passano sotto le nostre mani.
Dobbiamo sforzarci di studiare le singole personalità di ciascuno dei nostri allievi, per riuscire a capirli e farci capire da loro.

Sedute di allenamento

Devono essere varie, interessanti, propositive, stimolanti. Non insegnamento di movimenti stereotipati e ripetitivi, atti a ottenere risultati effimeri e vittorie più tattiche che altro, per poi andare alla ricerca nei giovani stranieri di quelle qualità che abbiamo inibito nei nostri ragazzi.
È necessario proporre esercitazioni sempre diverse, con temi da svolgere, con numero limitato di partecipanti, per aumentare il ritmo e il numero delle volte in cui confrontarsi sul tema da noi prescelto per quella seduta. In tal modo gli allievi avranno occasione, certamente sotto la nostra supervisione e con i nostri consigli, di sperimentare soluzioni per arrivare a una razionale e personale finalizzazione del tema prescelto.
Probabilmente si tratterà di lavoro abbastanza a lungo termine, ma con risultati duraturi.
Quando un giovane arriva in 1^ squadra, sarà giudicato per le sue doti (sicuramente), ma anche per la sua personalità e per la sua capacità di scegliere. Allora, è necessario non inibirlo, ma stimolare la sua personalità, correggendo gli errori, le imprecisioni, dandogli un canovaccio cui attenersi, ma lasciando libero spazio alla sua creatività.

Difensori

Sento da più parti affermare che non si trovano più difensori di valore e che, pertanto, si dovrà tornare a insegnare la marcatura “a uomo”, e che questa sarebbe la panacea per riottenere grandi difensori. Non sono per niente d’accordo su questa semplificazione. È vero che è sempre più difficile vedere difensori di spessore nei nostri vivai, ma non perché non sanno “marcare a uomo”. Secondo me è perché non sono stati allenati a diventare giocatori di calcio che sanno anche difendere. Tenterò di essere più chiaro, in TV ormai si possono vedere anche partite di campionato “Primavera” e si può notare che i difensori in genere giocano la palla a 2-3 tocchi al massimo e poi, scaricata la palla, non si propongono quasi mai per il proseguimento dello sviluppo del gioco, quasi mai partecipando alla finalizzazione dello stesso, quasi fossero di serie “B” rispetto al resto dei compagni. Tranne pochissime eccezioni, tali difensori faranno fatica a diventare grandi giocatori, poiché rischieranno di essere superati da ex centrocampisti o ex attaccanti che, per necessità, cambiano ruolo o da qualche straniero che dimostra in campo una personalità maggiore e una propensione al gioco di attacco.

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