La parola ai tecnici

Giocare a calcio mette in funzione sia l’apparato cardiovascolare-respiratorio sia l’apparato muscolare, contribuendo allo sviluppo fisico.

Quindi è uno sport completo dal punto di vista funzionale. Fa meno bene la mancanza di preparazione specifica per questo sport, che espone l’atleta a un maggior rischio d’infortunio.

Rispetto agli over cinquanta, per i bambini non esistono particolari controindicazioni; infatti, consiglio tanto gioco! Ci si muove e ci si diverte, socializzando! La migliore forma di allenamento!! Il calcio come ogni sport di squadra aiuta il bambino a rapportarsi con gli altri. Ma è uno sport di contatto, caratteristica che aumenta gli infortuni. Gli inevitabili scontri in campo (tanto temuti dai genitori) aiutano i bambini a superare la timidezza e i timori e a vincere la paura del contatto fisico.

La presenza dell’arbitro garantisce il rispetto delle regole affinché nessuno trascenda, e così lo “scontro” diventa un confronto ad armi pari in cui giocano abilità e agilità ed anche la capacità di prevedere le mosse dell’avversario. L’aggressività inoltre, in dosi moderate, non è per nulla negativa, ma è la molla interiore che spinge a superare i propri limiti e a combattere per raggiungere una meta, cooperando assieme ai propri compagni. Il calcio aiuta il bambino ad accettare le sconfitte, mettendo alla prova la propria pazienza.

Infine c’è l’aspetto dell’allenamento: corsa, ginnastica, piegamenti, palleggi, tecniche per padroneggiare il pallone. Tutto ciò insegna ai bambini che i risultati non piovono dal cielo, ma sono frutto di impegno, fatica, tenacia e costanza. Un importante consiglio che mi sento di dare ai genitori, prima e dopo la partita, è di non generare nel figlio ansia da prestazione, bensì di incitarlo a migliorarsi, rassicurandolo e facendogli capire che il serio impegno in futuro porterà i risultati desiderati.

Durante la partita il genitore deve mantenere un atteggiamento corretto e non diseducativo!! Tifare sì, ma senza eccedere, rispettando avversari e arbitro. Siate d'esempio per i vostri figli essendo più acconsenzienti nell'accettare la sconfitta senza manifestare al bambino una particolare delusione, affinché egli accetti più facilmente la sconfitta senza arrabbiarsi e senza rimanerci deluso. In qualità di arbitro posso ritenermi soddisfatto di svolgere questo ruolo nel mondo del calcio; mi piace tanto vedere i volti dei bambini calciatori nel momento del riconoscimento prima della partita, all'interno degli spogliatoi; vederli felici e pieni di sano entusiasmo mi da una forza incredibile.

Confrontando una partita tra calciatori adulti con una tra giovani calciatori, ho personalmente notato una sottile ma evidente differenza nell'approccio psicologico prima, durante e dopo il match! I giovani manifestano un maggiore entusiasmo in campo rispetto alla voglia di vincere, obiettivo che gli adulti hanno più chiaro e marcato in mente, inciampando a volte in un gioco frustrante, che sa di sfida oscurando il vero senso del "gioco", dove ci s’impegna, ci si diverte e si rispetta "il prossimo" a prescindere da tutto.

Antony Lisa - Arbitro FIGC (RG) Italia

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