Lo sport ha fretta e impiega ciò che è subito utilizzabile per la prestazione, non lascia sperimentare, perché vuole subito vincere, valuta il risultato e non la qualità della prestazione, usa stimoli che sul giovane non hanno effetto e cerca di incrementare il rendimento aumentando le pressioni.
Dice cosa fare e offre soluzioni solo da applicare, ma non insegna a fare da soli: vuole un esecutore che applichi senza disperdersi in dubbi e tentativi.
Non tocca le vere motivazioni, usa con i bambini i metodi che oggi sono inadeguati anche per gli adulti e insegna i mezzi per vincere, a volte non leciti, a spese dell'apprendimento e delle qualità del singolo.
È attento alle doti fisiche e tecniche e alla qualità delle prestazioni, ma ignora i tempi dello sviluppo, non indaga e non sviluppa le potenzialità di ognuno, ma ciò che si aspetta da tutti, e non possiede metodi o strumenti per agire sull'intelligenza, sulla personalità e sul carattere o per stimolare la sicurezza, le motivazioni e l'autonomia.