L’associazione è nata per tutelare gli interessi del bambino e del giovane, salvaguardare i loro diritti e prevenire ed eliminare le fonti di disagio, ma vi sono anche altri obiettivi e strumenti impliciti.

In sintesi: proporre una figura di sportivo e di individuo in grado di esprimere tutte le proprie qualità e preparato a vivere le potenzialità formative dello sport. 

Definire e diffondere una cultura in grado di interessarsi dello sportivo nella sua globalità, rendere estranea la violenza, avvicinare lo sport alla scuola e proporsi come strumento di promozione.

Presentare un modello che sintetizzi le potenzialità dello sport e dell'educazione, e promuovere una pratica garantita come strumento di crescita personale.
Prevenire l'allontanamento dallo sport e riconquistare quella fascia di giovani che lo rifiuta dopo esperienze negative, o che non sente più il fascino di identificarsi in un’immagine culturalmente superata.

Partecipare ai problemi dell'ambiente sociale attraverso la proposta di una cultura adeguata a tutti i livelli dello sport e strutturare metodi adatti allo sviluppo possibile del ragazzo con disabilità e al recupero di giovani difficili o a rischio.

Qualsiasi intervento dovrà tenere conto dei dati della realtà e offrire gli strumenti scientifici e operativi a chiunque ha a che fare con il bambino o il giovane (genitori, società calcistiche, istruttori, ecc.) affinché operi per risolvere il disagio esistente, ma ancora di più per creare le condizioni affinché il bambino completi lo sviluppo possibile, che è la condizione per eliminare qualsiasi disagio.

Ciò significa anche che non si opera per la gratificazione di oggi, che potrebbe significare protezione, disponibilità a soddisfare anche le pretese o trasformare il bambino e il giovane nei beneficiati di ogni attenzione o privilegio, tutti gli altri in vessatori, servitori o responsabili anche delle sue mancanze, e il genitore in un paladino al suo servizio.

Il bambino deve acquisire regole e doveri, rinunciare a pretese e privilegi e fare la propria parte, sempre adeguata ai mezzi e al grado di sviluppo, ma da subito, altrimenti porterà i limiti acquisiti o non superati anche nella vita adulta.

È chiaro che il fine è anche preparare il bambino alla pratica dello sport dell’adulto, ma con un evolvere dell’insegnamento e delle richieste che si adatti ai mezzi e ai caratteri specifici di ogni momento dello sviluppo.

Tehethon