Ogni tanto, qualcuno che è in Parlamento, ma non ha nulla di più importante da fare, s’inventa un grande problema di civiltà, o anche di più, perché la fantasia di chi è lì per caso e rischia di essere tagliato fuori al giro successivo non ha limiti.

Stiamo vivendo un periodo lungo di calamità prolungata che comporta per ognuno difficoltà a focalizzarsi su se stesso, sui propri cari, sul momento presente, su una minima progettualità futura. Tutto ciò che avevamo costruito ora è traballante, ci sembra che ci sia cascato addosso un grande macigno che non riusciamo a sollevare.

Rimbambirsi di droga e bruciarsi il cervello, la nuova frontiera dell’emancipazione e dell’autonomia. C’è chi vede la libertà nel non avere regole e obblighi neppure verso i bambini.

Questo articolo non ha molto a che fare con lo sport giocato, ma ha a che fare con i giovani meno fortunati. Di questi si parla poco, ma così è troppo comodo, e anche vile.

Quando le speranze e le ambizioni nello sport, sia per i maschi e, sia, specialmente per le femmine, sono distrutte o cancellate per sempre dai sogni legittimi di un bambino/a o adolescente che sia, vuole dire che questo mondo e questo sistema hanno fallito.

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