Le domande degli allenatori

[Domanda di Gianni Anglesio Torino]

Qualcuno è ancora convinto che, per mantenere ordine e stimolare impegno in una squadra di giovani, basti stabilire regole ferree e imporne il rispetto, urlare più forte, minacciare o far tremare i muri ma, con questi sistemi, si perde la considerazione che dà l’essere adulti. Per essere seguiti e formare giovani nello sport occorre prima di tutto evitare gli interventi maldestri, e ricordare alcuni principi.

Innanzitutto, si deve insegnare a vincere ma, per questo, si deve formare la persona che sviluppa tutte le potenzialità, pensa, crea, decide e sa essere responsabile.

Adattare le richieste ai limiti di ognuno e rispettare i tempi dello sviluppo, perché chiedere troppo o troppo poco è ugualmente negativo.

Essere pronti a consigliare e aiutare, ma solo se richiesti e dopo che l’allievo si è impegnato per riuscire da solo;

Cercare di scoprire di ognuno le qualità, le motivazioni, gli obiettivi e i bisogni abituando tutti a parlare insieme e osservando le novità che introducono nel gioco;

Apprezzare le intenzioni e l’impegno prima che il risultato, e accettare l’errore quando vuole sperimentarsi nel nuovo;

Mantenere lo stesso rapporto di fronte ai successi e alle sconfitte, ed essere sempre schietti e obiettivi anche quando sarebbe più sbrigativo trovare scappatoie comode;

Insegnare a competere usando le proprie qualità, e non trucchi, interventi lesivi o sotterfugi, che sono i primi ostacoli alla scoperta e all’impiego del talento.

Educare a essere liberi, che significa considerare ognuno responsabile delle proprie azioni, e non sollevarlo dai compiti e dalle conseguenze dei propri comportamenti.

La considerazione, quindi, va conquistata e non può essere pretesa o imposta. Ce la riconoscono i giovani quando hanno il desiderio e la vo­lontà di seguirci, perché rispecchia la stima e il prestigio che abbiamo conquistato con i nostri modi di essere e di insegnare e con la libertà che sappiamo concedere senza lasciarli uscire dalle regole. E, ancora più, quando insegniamo le norme e i modi della vita adulta.

Vincenzo Prunelli

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