[Domanda da Paolo Anselmo Torino]
Il rendimento è immediatezza, intuizione e reazione istantanea per imporre il proprio gioco, e non può essere disturbato da pensieri negativi.
Ragionare per prevedere e bloccare il gesto dell’avversario è anche un processo troppo lento, e frena l’azione dei neuroni specchio, che permettono di intuire le sue intenzioni.
Fissa la mente sull’errore, mentre l’azione di gioco è una ripetizione automatica e non pensata.
Rallenta gli automatismi, che rendono naturale e istantaneo il gesto, fino a neutralizzali. Rallenta, quindi, l’iniziativa, e diminuisce la sicurezza e la fiducia nei propri mezzi, perché impone di valutare prima l’efficacia dell’intervento.
Ostacola la ricerca del nuovo e, quindi, frena intuizione, creatività e iniziativa.
La squadra antagonista avverte subito la difficoltà di giocare in scioltezza, il passaggio dalla libertà creativa al rallentamento delle azioni e la mancanza d’imprevedibilità e, quindi, è incoraggiata a impossessarsi del gioco.
L’attenzione a non sbagliare è sollecitata quando l’istruttore fa vedere la propria paura.
Quando fa giocare soltanto per vincere usando qualsiasi mezzo a disposizione.
Cambia la preparazione prima della partita importante.
Parla di un avversario troppo forte per stimolare un impegno che sa di non avere dalla squadra, oppure molto debole lasciando capire di avere egli stesso troppa paura.
Si dilunga in raccomandazioni e soluzioni pronte per contenere l’avversario.
Cambia gioco e si rintana sulla difensiva appena passa in vantaggio.
Ti è piaciuto questo articolo?
Forse vuoi leggerne altri... Ecco alcuni articoli che hanno un argomento simile: