Benoit B. Mandelbrot nella sua autobiografia “La Formula della Bellezza” richiama spesso Galileo. A fine libro, questi richiami, vengono precisati.
Scrive Mandelbrot.”Per apprezzare la natura dei frattali, è bene ricordare lo splendido manifesto galileiano del 1632: La filosofia è scritta … in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi e altre figure geometriche, senza i quali mezzi … è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto».
E’ noto che il cervello umano ha una forma frattale, ed è altrettanto noto che la matematica: ”È lo strumento della nostra percezione” e ci aiuta a comprendere tutto il nostro ambiente, ovviamente anche il calcio. È superfluo ricordare che una squadra di calcio è un insieme di calciatori che sono in relazione tra di loro, per cui con la relazione si costituisce una struttura e i calciatori con i loro comportamenti s’influenzano a vicenda (dal saggio di G. Minati “L’incertezza nella gestione della complessità” in cui l’autore presenta la necessità di una modellizzazione sistemica: ”Insiemi → Calciatori, Insiemi strutturati → Calciatori in ordine di età, Sistemi → Squadra, Sottoinsiemi → Difesa). Tutto ciò è per introdurre il concetto generale di sistema.
Per chi volesse approfondire il concetto di sistema, nella Teoria generale dei sistemi, al capitolo terzo, vi sono ‘Considerazioni matematiche di tipo elementare su alcuni concetti vertenti sui sistemi’. Un sistema, ovviamente, può essere definito in più modi, a noi interessa, come allenatori, un sistema artificiale progettato per le determinazioni strutturali proprie di una squadra di calcio.
Si rileva, nel nostro ambiente, almeno in Italia, una mancanza di approccio sistemico alla disciplina, una mancanza di richiami alla sistemica. Quando si discute d’interdisciplinarietà, deve essere chiaro il concetto che proprietà sistemiche come autorganizzazione, autopoiesi, complessità, caos e adattività, hanno lo stesso significato in diversi ambiti disciplinari. Bisogna chiarire, inoltre, che la teoria dell’emergenza prende in considerazione lo studio delle relazioni tra le proprietà sistemiche, senza distinguere ambiti disciplinari (transdisciplinarietà). Per chiarezza concettuale storica, dal libro ‘Complessità e modelli’ di Bertuglia e Vaio: ”Nei primi anni settanta, le diverse linee di sviluppo della ricerca sulle dinamiche dei sistemi, condividendo molti elementi, finirono per incrociarsi in un terreno comune d’indagine transdisciplinare e in un comune approccio, e diedero origine così a quell’area di studi interdisciplinari che con gli anni andò delineandosi sempre meglio, denominata molto spesso, con espressione piuttosto generale «Scienze della complessità».
La sfida attuale dell’evoluzione del calcio del futuro non può che passare attraverso questi nuovi metodi di analisi e sarà fondamentale comprendere se l’organizzazione del nostro sistema, in primis il settore tecnico, sarà all’altezza della sfida o bisognerà rivolgersi all’Istituzione scolastica, a mio modesto parere, sede di saperi interdisciplinari. Eviterò qualsiasi cenno come si evidenzia, generalmente, alle proposte di esercitazioni calcistiche in Italia, in cui gli obiettivi potrebbero essere tecnici o tattici perché si entrerebbe nel concetto di riduzionismo. Ci si porrebbe in dettagli sommativi, che avrebbero la pretesa di ridurre il macroscopico al microscopico tramite linearità e toglierebbero ogni aspetto emergente a qualsiasi esercitazione.
I sistemi dinamici possono essere analizzati e descritti con le equazioni differenziali, ma, per evitare riferimenti a modelli matematici, dovrò descrivere brevemente una mia esperienza come osservatore che da, almeno spero, un approccio concettuale della complessità dei sistemi.
In un ambiente naturale completamente frattale qual è il lago di Posta Fibreno, chiunque si portasse a osservare, avendo una sensibilità per la dinamica dei fluidi, noterebbe subito, dopo il tuffo di una folaga, i cerchi concentrici reiterati che si formano nella morbida dell’acqua del lago, cerchi che sono copie di se stessi scalati, auto somiglianti. I cerchi si allargano con il passare del tempo. Si potrebbe descrivere il tutto con un’equazione che caratterizzerebbe l’evoluzione temporale di un sistema. Se subito dopo il tuffo della folaga, se ne tuffasse una seconda a cercare il cibo e poi una terza (le folaghe si riuniscono per evitare pericoli, e a me piace pensare che il lago per esse sia anche un luogo di gioco) i cerchi concentrici formerebbero intersecandosi, allungandosi e contraendosi una dinamica caotica (equazioni non lineari). L’intelligenza dell’osservatore (allenatore) è quella di ricercare invarianti nella dinamica caotica, per indagare il comportamento del sistema, invarianti rispetto alle condizioni iniziali (sistema deterministico).
Nella teoria della dinamica non lineare, caos e complessità sono vincolati, si relazionano.
ESERCITAZIONI
Nel bacino numero 1 si gioca un 3/1 con il calciatore rosso che preme sul portatore di palla. I tre calciatori verdi ruotano fino a quando, per esempio, il 10 esegue un passaggio a un verde nel bacino 2 ed entra egli stesso nel bacino 2. Il numero 8 rosso e il numero 6 rosso possono entrare nel bacino 2 giocando un 4/3. Il mister esegue un passaggio al calciatore verde numero 6 che gioca con il compagno 5 un 2/1 (rosso) fino a quando per esempio il 6 verde pasa a un verde (9) ed entra egli stesso nel bacino 3 e si gioca un 4/3 potendo entrare il 4 verde e il 2 rosso nello stesso bacino. Il mister da palla al numero 5 nel bacino 1 e si gioca un 1/1 tra il 9 rosso e il 5 verde nel cerchio di centrocampo. Gli osservatori potranno assistere a un gioco caotico determinato dalle diverse dinamiche (disordine) nonostante si potranno determinare nei bacini due e tre delle determinazioni, per esempio la ricerca delle rotazioni triangolari (ordine).
Ovviamente, da un 8/8 possibile (insieme) si potrà arrivare a giocare con diverse partizioni (sottoinsiemi) e provocare sempre dinamiche diverse nei bacini che riterremo più opportuni per creare e sviluppare temi di gioco tecnico-tattici.
L’allenamento, in questo modo, diventa complesso tanto nello spazio quanto nei tempi di gioco e per i calciatori diventa un allenamento adattativo, apprendono tenendo conto sia degli influssi esterni (diverse partizioni e dinamiche) sia come risposte al loro stesso comportamento.
P.S.
A giorni inizieranno nella Casetta sul Lago di Posta Fibreno delle riprese cinematografiche per un film d’autore, sulla complessità e sul caos del percorso della nostra vita.
Ho discusso con la regista di questi temi, lei partendo dalla trama del film ed io, più o meno, dai concetti appena espressi. Abbiamo trovato una sintesi discutendo riguardo al libro ‘L’Immagine-movimento’ del filosofo Gilles Deleuze.
Con curiosità aspetto di osservare come la macchina da presa renda onore alla composizione dinamica, alla temporalità, alla spazialità e alle percezioni della regista e degli attori nell’insieme delle scene, per rilevare, partendo da esperienze diverse, le differenze tra le sorgenti di complessità e caos del gioco del calcio e l’arte cinematografica.
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