Educazione

Lo sportivo si forma applicando conoscenze spesso lontane dal buon senso comune, da tenere, però, sempre presente, ma anche da adeguare ai tempi e alle risposte che ognuno può dare.

Dare sicurezza e coraggio (da un articolo del1994)

Offrirli non è difficile. Si fa soprattutto con gli atti più abituali, e tale capacità è un tratto del carattere e un modo di proporsi, e l’analisi che segue ne rileva i tratti salienti e modi espressivi. Sicurezza e coraggio dipendono dalla considerazione che l’istruttore offre all’allievo. Cioè quando ne apprezza e valorizza le capacità reali, che si manifestano se l’allievo è anche libero di esprimere le proprie opinioni e avventurarsi nel nuovo. Ciò gli permette raggiungere la consapevolezza dei propri mezzi, di agire all’interno di aspettative adeguate e di sentirsi sostenuto da una considerazione realistica.

Valuta le intenzioni prima dei risultati o, addirittura, della precisione delle esecuzioni. Se l’allievo sbaglia perché vuole trovare nuove soluzioni anche a rischio di un insuccesso, dimostra coraggio e iniziativa e, addirittura, si può considerare un tale errore come miglior garanzia di partecipazione e d’impegno creativo. Inoltre l'istruttore che cerca di capire le sue intenzioni, ha l’opportunità di conoscerlo, e ciò gli consente di comunicare a un livello sempre accessibile, di porre richieste sempre adeguate e di indicare solo traguardi raggiungibili.

Riconosce la sua capacità critica. È indubbio che le opinioni e le valutazioni dell'adulto siano più valide, ma è poco efficace imporle. Come tutti, ognuno deve essere formato per arrivare a valutazioni veritiere e reali, ma l'educazione ha il compito di formare la persona capace di formulare giudizi e opinioni personali, essere produttivo e sentirsi responsabile. Per questo l’istruttore deve abituare l’allievo a interpretare e decidere piuttosto che a seguire direttive prestabilite, ma anche accettare e utilizzare le sue opinioni e, quando è il caso, rinunciare alle proprie. Qualcuno può temere di perdere autorevolezza, ma è il livello più elevato e geniale della sua funzione: migliora i propri metodi e, intanto, rafforza il proprio ruolo, perché stimola nell’allievo sicurezza e desiderio d’iniziativa, che sono gli stimoli dell’evoluzione. Oggi l’allievo ha bisogno di acquisire le conoscenze di chi lo forma e di utilizzarle senza dover essere sempre guidato. In questa prospettiva, l’istruttore che trasmette conoscenze perché l’allievo le interpreti, le senta proprie, le adatti ai mezzi di cui dispone e ne crei altre sempre nuove e più evolute, sposta sempre più avanti gli obiettivi e fa in modo che l'allievo li senta sempre propri e raggiungibili.

Per non cadere nell’equivoco di un’anarchia priva di controlli, riconosce la libertà di scelta e pretende una rigida osservanza dei vincoli che essa comporta. La libertà esiste soltanto nell'osservanza delle norme comuni e nella disponibilità a operare al loro interno. L'allievo arriva solo per gradi ad acquisirla, e dunque essa si esprime in modo diverso secondo il grado di maturità raggiunto ma, nella sostanza, è sempre la stessa per l'educatore e l'educato. Stabilito in che cosa consistono norme, diritti e doveri, la libertà è garantita quando entrambi ne usufruiscono e sono vincolati dalla loro osservanza.

Quando l'allenatore pretende che l'allievo assuma le regole della professionalità e si abitui a rispettarle, non solo non lo opprime, ma lo prepara a vivere quelle che saranno le richieste della professione e la libertà dell'adulto. Purché, nello stesso tempo, pretenda e gli permetta di esercitare al suo interno tutta la creatività è l'iniziativa.

Vincenzo Prunelli

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