È possibile scoprire, in un bambino il giocatore di domani?
E, soprattutto, è possibile iniziare a prepararlo senza fargli perdere la voglia e la gioia del gioco o addirittura guastarne lo sviluppo? E ancora: è il caso di tentare di individuare e sviluppare nel bambino le qualità adatte al gioco dell’adulto?
Non è impossibile. Abbiamo condotto ricerche e osservato che le qualità che caratterizzano la completezza dello sportivo adulto si possono individuare già nel bambino. Tali qualità, ovviamente, si presentano in modo diverso, potremmo dire sotto forma di potenzialità, e sono fisiche (armonia, equilibrio, resistenza, reattività, ecc.) e tecniche, ma anche più proprie della personalità e del carattere.
Nel bambino è già possibile intuire la creatività, la determinazione, il coraggio, la resistenza e tante altre qualità che caratterizzano la completezza dello sportivo adulto. Tutto questo, però non autorizza a cadere nell’errore di imporre una specializzazione precoce o un insegnamento anticipato rispetto alle sue possibilità.
Con il bambino non c'è l'esigenza di insegnare e far utilizzare il gesto tecnico perfetto e definitivo. Basta lasciare che ognuno faccia ciò che può nel miglior modo possibile, e pensare al gesto tecnico definitivo dai dodici, tredici anni, quando avrà acquisito la padronanza e l’armonia per sentirlo suo. Anche perché il bambino imita, ma con i mezzi di cui dispone, che ovviamente sono in formazione e del tutto diversi da quelli del campione. In pratica, la logica è lasciargli sviluppare quello che a lui è possibile, e non fargliene scimmiottare uno che per lui è inimitabile.
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