La sicurezza prende anche origine dal temperamento, ma è certo almeno altrettanto importante il nostro comportamento educativo.
Che cosa possiamo fare per offrire sicurezza a un bambino e, più tardi, a un giovane?
Molto:
- apprezzare e valorizzare le capacità reali dell’allievo, senza illudersi di operare su qualità inesistenti;
- proporre aspettative adeguate ai mezzi di cui dispone;
- sostenerlo con una considerazione realistica e veritiera;
- valutarne le intenzioni e l’impegno prima ancora dei risultati;
- apprezzarne l’iniziativa e l’errore nella sperimentazione;
- mantenere lo scambio d’informazioni e a un livello che gli sia sempre accessibile;
- fare richieste realistiche e prospettargli solo traguardi raggiungibili;
- riconoscerne la capacità critica, o abituarlo a interpretare e decidere piuttosto che allenarlo solo a seguire direttive prestabilite;
- accettare e, se sono valide, utilizzare le sue opinioni;
- trasmettergli chiare regole dentro le quali possa esercitare tutta la libertà e l’iniziativa;
- riconoscere i suoi caratteri specifici e la capacità di proporre e produrre;
- concedergli tutti i diritti e pretendere l’osservanza di tutti i doveri che gli competono;
- attribuirgli tutti i riconoscimenti positivi che si sa conquistare, senza paura che si appaghi o assuma libertà inopportune;
- ritenerlo responsabile di ogni suo errore, comportamento e trasgressione, e in grado di tollerarne le logiche conseguenze;
- esigere, quindi, che rimedi sempre agli errori e alle trasgressioni;
- non adattarlo a un modello ideale, ma portare ognuno a sviluppare il proprio;
- concedergli la libertà di scelta e pretendere l’osservanza dei vincoli che essa comporta;
- proporgli un ambiente nel quale ognuno osserva le regole che gli competono;
- prepararlo a sperimentare e vivere quelle che saranno le richieste e la libertà della vita adulta;
- stabilire chiare norme e, al loro interno, permettergli di esercitare tutta la libertà e l’iniziativa;
- adattare il rapporto e l’insegnamento ai suoi caratteri specifici e alla sua capacità;
- non ritenere mai definitive e immutabili le sue tendenze specifiche e naturali;
- modificare i modi e il rapporto seguendo la sua evoluzione;
- trasmettergli tutte le proprie conoscenze affinché le interpreti, le adatti ai propri mezzi e le utilizzi senza dover essere sempre guidato;
- proporre obiettivi possibili e spostarli sempre avanti in modo che s’impegni a raggiungerli e li senta propri.
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