Capita che la squadra sbagli partite facili sulla carta, ma vedo che non è possibile prevenirle o intervenire durante la partita.
Dovrebbe meravigliare che i giocatori non siano capaci di cambiare schema mentale quando stanno soccombendo.
In questi casi, dobbiamo pensare che siano abituati a essere condotti per mano, non allenati a pensare da soli, ad avere schemi mentali da applicare nelle difficoltà.
A questa squadra mancano:
- l'attitudine a determinare la gara, tanto da non sapersi presentare preparata sempre allo stesso modo e da non adattarsi alle esigenze che via via si presentano;
- gli schemi e la preparazione per imporsi, invece di doversi adattare all'avversario e a subire;
- un collettivo che permetta di pensare, trovare insieme le contromisure e cooperare per aiutare il giocatore in difficoltà;
- un leader che prende in mano la situazione e dà sicurezza;
- la consapevolezza e la padronanza delle proprie forze, tanto che non è in grado di giocare nemmeno a un livello accettabile.
Il problema parte da lontano e riguarda tutta una mentalità che nello sport dovrebbe essere ormai superata e la formazione stessa del giocatore. Senza spingerci fin lì, i rimedi più a portata di mano, anche se ci vuole una certa preparazione, sono un modo di lavorare in settimana che metta i giocatori in grado di pensare, cercare da soli le soluzioni, sapere sempre come fare per fronteggiare gli imprevisti e impiegare tutte le risorse di là dall’importanza della gara.
Per gentile concessione de La Gazzetta Sportiva. Gazzetta Sportiva.
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