Quando un giocatore, pur non avendone motivo, si oppone a una richiesta, ...
... sfida o non assume responsabilità che gli competono, c’è sempre un motivo.
Tutti questi atteggiamenti, infatti, perseguono uno scopo che a noi sfugge, ma all'interessato offre precisi vantaggi.
In questi casi, per esempio, il giocatore può:
- voler dimostrare che è in grado di fare quello che più gli piace;
- vincere su di noi e acquisire ruolo tra i compagni;
- aver voglia di verificare fin dove si può spingere con la sua sfida;
- farci capire che non è d'accordo su come lo trattiamo, o solo dimostrare che è un "duro";
- ritirarsi per non dover prendere atto, o non far vedere, che non si sente all'altezza;
- rifiutare di assumersi qualsiasi responsabilità che lo possa mettere alla prova;
- non aver capito di essersi messo contro.
Che cosa fare? Scegliere la via diplomatica e lasciar correre, oppure sostenere un confronto a muso duro? Forse sono da scartare entrambe le soluzioni.
I problemi vanno affrontati, perché alla fine ci troveremo a doverlo fare, quando certe abitudini saranno stabilizzate e certi comportamenti saranno ammessi e convalidati. Allora sarà più facile che noi perdiamo la calma e che il giocatore si opponga e si ritenga ingiustamente punito.
Non va bene neppure affrontarlo subito a muso duro. Se non conosciamo le sue ragioni, ci priviamo della possibilità di un chiarimento che soddisfi entrambi, e facilmente ci creeremo un nemico più ostinato o, almeno, un impaccio che disturba il lavoro.
Se cerca un suo vantaggio, dopo aver corretto i nostri eventuali errori, non permettiamogli di raggiungerlo, altrimenti non riusciremmo a correggerlo e perderemmo il rispetto di tutti.
Se le regole comuni sono chiare, diamo a chi ha le idee confuse le spiegazioni necessarie affinché capisca quali sono i suoi compiti e margini entro i quali stare, ma da lì in poi, diamo il posto a chi lo merita, perché un clima ingovernabile incide sulla funzionalità di tutti.
Perché un confronto sia costruttivo, occorre avere alcune attenzioni:
- esprimere chiaramente la nostra opinione e l'effetto del suo comportamento su di noi;
- non cercare solo di imporci, ma fare in modo che debba esaminare il proprio comportamento anche alla luce del nostro punto di vista;
- considerare le sue ragioni, perché potremmo scoprire che reagisce a qualche nostro errore o atteggiamento sbagliato;
- cercare di arrivare a una conclusione che tenga conto delle ragioni di entrambi;
- non imporre le nostre conclusioni prima di aver capito come risolvere la questione, perché potremmo prendere una posizione alla luce dei fatti sbagliata o non sostenibile.
In definitiva, prima cerchiamo di capire l'intera faccenda e di trovare una soluzione che soddisfi entrambi e poi, se è il caso, potremo anche risolvere tutto a muso duro.
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