Il tempo limitato concesso agli allenatori con la stessa squadra.
- La cultura dell’esecuzione.
- L’agonismo esasperato e la specializzazione precoce.
- L’assillo del risultato comunque conseguito e la condanna per la sconfitta.
- La competizione per il posto in squadra.
- Il rifiuto dei contributi e della partecipazione dell’allievo.
- Le pressioni dell’ambiente.
- Il disinteresse per lo sviluppo globale dell’allievo.
- Le differenze tecniche e intellettive tra gli elementi della squadra.
- La necessità di dover sottostare all’autorità dell’allenatore che deve decidere.
- Giocatori che hanno ricevuto formazioni tradizionali e diverse tra loro.
- Soggetti preparati a essere puri esecutori e non allenati al pensiero creativo.
- Il premio e l’apprezzamento per il risultato e non per gli sforzi e le intenzioni.
- Trattamenti diversi secondo l’utilità e il valore tecnico, che creano conflitto e stimolano a soddisfare i bisogni personali in contrasto con quelli collettivi.
- Le piccole ingiustizie per giustificare le scelte.
- Il controllo perché si crede l’allievo una somma di istinti da frenare, e la formazione una continua correzione.
- Il disinteresse per i momenti favorevoli per capirne e riproporne le condizioni e i meccanismi.
- Giocatori non preparati e allenati a pensare e a produrre da soli e in gruppo.
- L’impreparazione a essere produttivi in ogni momento dello sport.
- La resistenza a mettere le proprie capacità al servizio di tutti.
- La mancanza di veri leader.
- Una conduzione che non chiama in causa la responsabilità.
- L’impreparazione a usare le motivazioni, le potenzialità e tutte le componenti emotive e intellettive del giocatore.
- Un allenatore impreparato alla vita di gruppo e a esserne partecipe e al tempo stesso guida.
- La mancanza di norme condivise che armonizzino i comportamenti, la creatività e le iniziative di tutti.
- Una formazione uniforme che non considera i caratteri del singolo e non è esercizio d’iniziativa e libertà creativa.
- Giocatori non preparati e allenati a pensare, a produrre da soli e in gruppo e ad assumere gli insegnamenti in modo critico e consapevole.
- La mancanza dell’attitudine a essere produttivi in ogni momento dello sport e a mettere le proprie capacità al servizio di tutti.
- La mancanza di veri leader.
- Una conduzione che non chiama in causa la responsabilità.
- L’impreparazione a usare le motivazioni, le potenzialità e tutte le componenti emotive e intellettive del giocatore.
- Un allenatore impreparato alla vita di gruppo e a essere partecipe e al tempo stesso guida.
- La mancanza di norme condivise che armonizzino i comportamenti, la creatività e le iniziative di tutti.
- Una formazione uniforme che non considera i caratteri del singolo e non è esercizio d’iniziativa e libertà creativa.
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