Le domande degli allenatori

Come mi comporto con un bambino che piange quando sbaglia.

Lo consolo, lo rincuoro, lascio che lo facciano i compagni o che smetta da solo?

Bisogna andare oltre. Se un bambino piange perché sbaglia significa che in famiglia o noi ci aspettiamo troppo da lui e lo giudichiamo male se non ce la fa. Oppure che gli abbiamo dato un compito troppo difficile per le sue possibilità, l'abbiamo costretto ad imitare un modello che per lui è troppo lontano, o abbiamo trasformato il gioco in una prova tremendamente "seria", in una partita che si può solo vincere.

Può anche voler dire, addirittura, che gli abbiamo lasciato credere che se sbaglia o perde lo giudichiamo male, che non conta, che per lui significa che "non gli vogliamo più bene".

Ricordiamo che la sicurezza, a qualsiasi età, non significa sentirsi in grado di riuscire sempre in tutto, ma sentire di essere all'altezza e, nello sport, di poter giocare comunque la partita, e anche di perderla se l'avversario è più forte, senza dover incorrere in un giudizio negativo se l'h messa tutta.

Inoltre, un bambino non sbaglia mai, nel senso che non è tenuto ancora a dare risultati, o meglio, non deve mai essere messo nella condizione di sentirsi giudicato perché non ce la fa a vincere e a rispondere alle nostre attese. Deve potersi sperimentare senza l'assillo di dover per forza riuscire, essere messo nella condizione di cogliere in qualsiasi cosa faccia il "suo" risultato, essere consapevole che, se non è andata come voleva, doveva fare qualcosa di più o di diverso per farla andare, sapere che ciò che fa è apprezzato comunque o che non c'è un'unica soluzione, ma che l'importante è trovare la propria. Avrà tempo più tardi, quando avrà sperimentato tutto ciò che è suo, a metterlo al servizio dei nostri obiettivi.

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