Le vostre domande

[Domanda da Vanna Busca Latina]

Un tempo, si sentiva dire spesso di avere superato, il 110%, ma la logica dice che non è raggiungibile, perché non si può dare ciò che si ha, anche se spesso è una zona che si raggiunge casualmente per la somma di condizioni favorevoli ancora sconosciute che non si sanno evocare.

È, però, meglio dire che si riferisce a capacità che non si manifestano spontaneamente, di cui non si è coscienti e che non si sanno riprodurre, perché le condizioni  che si raggiungono in queste partite sono già state vissute in altre, ma in modi perlopiù inconsapevoli e non avvertiti, tanto da non diventare ancora automatismi da usare al bisogno. Al massimo, nelle partite migliori, si può dire di essersi avvicinati al 100% di quanto si dà di solito.

Quali fattori portano ad agire in questi settori ancora sconosciuti della mente? Il primo è la squadra avversaria di livello superiore, che si considera insuperabile, ma può avvertire disagio per un avvio impacciato e non dimostrarsi lo schiacciasassi che si temeva. Quella più debole, invece, può prendere coraggio e capovolgere la situazione emotiva o, almeno, sentire di potersela giocare alla pari e passare da vittima predestinata a protagonista.

Oppure, semplicemente, passare dallo scetticismo all’euforia dell’ambiente o da una paura o sofferenza al sollievo di liberarsene, come purtroppo avviene anche con la droga, che porta a una condizione contraria di sollievo e benessere.

Molto dipende anche da come si gestisce la formazione. L’autorizzazione all’iniziativa libera, ovviamente preparata, in certe gare consente di provare azioni e gesti tecnici mai sperimentati senza essere frenati dalla paura di sbagliare. In certe gare si tenta e si realizza anche l’impossibile, che è difficile se non si è abituati ad assumere iniziative non programmate dall’’allenatore e non concordate con i compagni. Pensiamo, per esempio, al talento, che non scopre le proprie qualità eseguendo indicazioni imposte, ma trovando la soluzione adatta alle situazioni impreviste che si verificano in gara.

Nei casi in cui la squadra prende il sopravvento e gioca di fantasia e invenzione ciò che può fare l’istruttore è non intervenire con rimproveri o punizioni anche quando la ricerca del nuovo può procurare un errore. Non deve, invece, “insegnare o suggerire le condizioni per queste gare anche se ne ha giocate, perché non ne vive le sensazioni, che sono diverse per ognuno. Può, invece, farne parlare in gruppo dai giocatori, in modo che ognuno descriva le sensazioni, i gesti e i momenti più efficaci, e stimoli gli altri ad analizzarsi e ravvivare le condizioni che hanno vissuto, in modo che diventino consapevoli e comuni.

Essenziali, poi, sono le condizioni psicologiche. Per inventarsi una partita mai giocata o preparata, in cui prevalgono l’iniziativa non ancora sperimentata, la creatività, l’invenzione, la ricerca del nuovo e la collaborazione fra tutti, occorre essere allenati all’autonomia, all’iniziativa libera e a provare senza bisogno di controlli e stimolazioni artificiali. Il tutto, poi, si traduce in sicurezza nei propri mezzi, fiducia nei confronti della squadra e coraggio di tentare iniziative originali.

Tutte queste cose, nella Primavera del Torino si facevano, e si spiegava perché e dove si voleva arrivare. Partendo dal funzionamento della mente, per esempio, abbiamo studiato la condizione del massimo rendimento e di come raggiungerlo. Poiché i ricordi favorevoli restano vivi, possono essere evocati e utilizzabili in poco tempo, prima della gara creavamo le condizioni di quelle in cui si era giocato sopra le possibilità conosciute, e la squadra entrava in campo giocando come nella partita che aveva evocato.

Se ne riparlerà sicuramente, ma l’argomento offre l’opportunità di stabilire il campo al quale l’istruttore, dovrebbe operare, che va dal 100% che conosce perché si raggiunge in una partita giocata al buon livello, al 110% di cui si parla, che è occasionale, ma dipende da condizioni soltanto inspiegabili perché ancora sconosciute.

Le vostre domande.

Vincenzo Prunelli

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