Se vogliamo stimolare un figlio o un allievo, evitiamo prima di tutto ciò che non aiuta o, addirittura, danneggia, ...
... come le parole vuote, gli incitamenti teatrali, le urla che “fanno tremare i muri”, le iniezioni di rabbia, le punizioni, la paura dell’avversario, le esaltazioni false o le prospettive di successi sicuri.
Sono tutti atteggiamenti che ci allontanano, fanno sentire estranei noi e burattini ai quali basta tirare le fila gli allievi.
Trattiamoli come si dovrebbe fare con un adulto, con un atteggiamento spontaneo e naturale, senza fingere o esibire coraggio o trasmettere paura, e saper evitare tutto quanto può scoraggiare.
L’arte di offrire stimoli, quindi, è il nostro modo di essere e di proporci in tutti i comportamenti.
Che abbiamo a che fare con figli, scolari o allievi? Innanzitutto, proporci come figure degne di essere seguite. Quindi,
- proponiamoci così come siamo, senza inutili finzioni o manipolazioni;
- riconosciamoli per ciò che sanno fare, aiutiamoli a conoscersi, a provare il nuovo, a correggersi e a fare tutto ciò che è nelle loro possibilità;
- valorizziamoli anche solo per ciò che cercano di fare;
- evitiamo tutto quanto li può indurre a mettere in dubbio le loro capacità;
- consideriamo i loro limiti e aiutiamoli a correggerli;
- offriamo loro fiducia e accettiamo che possano anche sbagliare e non farcela;
- apprezziamo qualsiasi idea e realizzazione purché siano costruttivi;
- spingiamoli a mettersi alla prova anche dove sono meno dotati, ed evitiamo giudizi se non riescono;
- valutiamoli in modo obiettivo e veritiero, senza paura di appagarli o di ferirli;
- non solleviamoli dai compiti, dalle responsabilità e dall'obbligo di correggersi;
- consideriamoli responsabili delle loro azioni e trasgressioni, e facciamone pagare le conseguenze;
- correggiamoli senza giudicarli o punirli, ma aiutandoli a correggersi o a trovare le soluzioni giuste;
- accettiamo opinioni e contributi, approviamoli o aiutiamoli a capire gli errori, e siamo disponibili e presenti senza intervenire quando ce la possono fare da soli;
- e, infine, ammettiamo e correggiamo i nostri errori senza paura di perdere autorità.
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