Più vi sono ansia, tensione, insicurezza o pressione dall'esterno, ...
... più la mente si rifugia nel ragionamento per non incorrere nell'errore, e meno ha sicurezza per accettare e mettere subito in pratica le soluzioni dell'intuizione e dell’ingegno.
L'intelligenza
- È somma d’intuizione, creatività, logica, analisi, sintesi e pensiero razionale.
- Capacità d’interpretare la realtà secondo schemi personali e conferire all’azione il più elevato grado di funzionalità.
- Le funzioni sono l’apprendimento, la critica e la creazione: lo sport possiede gli strumenti e i metodi per allenare il ragionamento, ma non la critica e l’invenzione, che sono i livelli più elevati.
- Lo sviluppo è il risultato dell’azione formativa dell’ambiente sulle potenzialità biologiche ereditate.
- Se ostacolata o non armonica, o senza una direzione si può esprimere in direzioni non costruttive o, addirittura, distruttive.
- Se pregevole si manifesta in ogni ambiente e funzione, si adatta alla realtà e la modifica con le proprie soluzioni.
- Il livello si valuta dalla capacità di imparare, analizzare, capire e criticare, fino a quella più evoluta di creare nuove soluzioni.
La creatività
- È la capacità d’interpretare e dirigere la realtà secondo schemi personali e di conferire all’azione la massima funzionalità.
- Va favorita, allenata, lasciata libera di esprimersi in tutte le fasi dell’attività e disciplinata, perché può non essere produttiva o, se soffocata, diventare distruttiva.
- La piena espressione dipende dal coinvolgimento emotivo, dal collettivo, dalle risorse fisiche e tecniche necessarie per attuare le intenzioni e dallo spazio di libertà e iniziativa concesso.
- Nel collettivo è cooperazione che dà risultati superiori alla somma della creatività dei singoli, ma se è troppo personale, lo contrasta.
- Non si esprime in gara se non si pensa, comunica, crea e agisce insieme in ogni fase dell’attività.
- Senza una direzione e un comune modo espressivo, tende a servire scopi personali anche contro gli interessi collettivi.
Il ragionamento
- Non è proprio del bambino ed entra pienamente in funzione dopo la fine dell'infanzia.
- È lento, perché si sviluppa attraverso tanti passaggi e verifiche e ha bisogno di elaborare e organizzare le informazioni che riceve.
- Fa arrivare alle soluzioni attraverso uno sviluppo logico e metodico.
- Serve per imparare e impratichirsi quando non si hanno ancora gli elementi per agire d’istinto.
- S’impiega soprattutto nell’allenamento, dove non occorre reagire in tempi rapidi. per imparare e organizzare le informazioni.
- In gara è soprattutto un freno, perché rallenta l’azione e ostacola le facoltà superiori della mente.
L’ingegno
- Per comodità, si può identificare col talento.
- Non riconosciuto o, peggio, ostacolato, diventa ansia, inquietudine, insoddisfazione, desiderio impulsivo di qualcosa, anche se inutile o lesivo contro se stessi.
- I geni solo per gli altri falliscono in ciò che è possibile, perché non si sentono adeguati neppure nei confronti della normalità.
- Un’abilità settoriale non è segnale d’ingegno e, anzi, può essere più negativa di un’intelligenza piatta.
L’intuizione, l'istintività, il colpo di genio
- Colgono la soluzione in un lampo e sintetizzano tutti gli elementi di un problema o di una situazione senza dover percorrere tutti i passaggi logici del ragionamento.
- Se non si esprimono nell’iniziativa e nell’azione, diventano inquietudine e creatività improduttiva.
- Servono per la gara e si sviluppano nella libertà di creare e nella possibilità di sbagliare.
- Più vi sono ansia, tensioni e insicurezza, più la mente, per non sbagliare, si rifugia nel ragionamento, ed ha meno sicurezza per accettare e mettere subito in pratica le soluzioni della creatività e dell’intuizione.
- Se non indirizzati, possono esporre all’errore, poiché sono immediati, subito utilizzabili e non sottoposti a verifiche da parte della ragione.
- Entrano di più in funzione nella gara, dove contano gli automatismi e le decisioni rapide, e servono condizioni mentali che consentano di prevedere, sintetizzare e agire "d'istinto".
L'istinto
- Si parla di istinto quando ci si riferisce alla creatività, all'intuizione e all'iniziativa libera e immediata, e si contrappone al ragionamento, alla prevedibilità, all’aderenza agli schemi e alla corretta esecuzione.
- Il bambino vive d'improvvisazione, apprendimento inconsapevole e intuito, e dunque non ha senso pretendere imprigionargli l'istinto e sostituirlo con le facoltà razionali.
- L'adulto, invece, possiede entrambe le facoltà e può dirigere l'istinto, che diventa capacità di inventare, rapidità nelle soluzioni, scelta che salta i passaggi del ragionamento e arriva subito alla soluzione.
- L'istinto ben controllato è sinonimo d'efficacia sia nello sport individuale sia in quello di gruppo.
- Diventa strumento del collettivo attraverso una comunicazione che coinvolge tutti nella scelta di metodi, obiettivi e soluzioni, altrimenti ognuno creerà per conto proprio e non nascerà l'intesa.
Lo sport ha paura delle facoltà non sottoposte al vaglio della ragione. In effetti, per lo sport che non allena a dirigerle e moderarle, possono essere un rischio, come si vede in qualche talento poco controllato, anche se sempre più raramente, perché l'errore o l'invenzione che non fanno punti si pagano subito.
Per tanti, quindi, oggi è ancora meglio cercare una piatta uniformità e sottomissione che lasciare spazio all'ingegno, anche se in questo modo si penalizza e non si sviluppa il talento, che dovrebbe vivere soprattutto di creatività e d’ingegno.
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