Può sembrare prematuro parlare di regole quando si ha a che fare anche con bambini, ma dobbiamo guardare più a fondo, ...
... per non limitarci ai luoghi comuni e continuare a dire ai giovani: “Poverino, è ancora piccolo”.
Le regole sono la rete di punti condivisi, i punti fermi della cultura indispensabili per i rapporti e l’intesa costruttiva con gli altri, i percorsi per partecipare, essere produttivi, integrarsi e sentirsi adeguati e non esclusi. Addirittura, si può dire che sono le premesse per comunicare, perché senza regole, i messaggi non sono comprensibili: si dialogherebbe per capire, e tante volte neutralizzare, ma non si riuscirebbe a essere creativi.
Che cosa sono:
- libertà di poter modificare qualsiasi norma;
- garanzia per non sentirsi inadeguati o estranei;
- i vincoli e i comportamenti che regolano la convivenza;
- i margini dentro i quali esercitare creatività e iniziativa;
- i riferimenti e le direttive che rendono produttivi i comportamenti personali e collettivi.
Sono dolorosi sacrifici solo se:
- sono trasmesse troppo tardi, quando sono state acquisite la trasgressione e l’inosservanza come comportamenti leciti e concessi;
- sono imposte invece che essere fatte scoprire e vivere come abitudini che non opprimono;
- impongono la rinuncia a privilegi concessi e acquisiti come diritto;
- non sono le stesse anche per l’adulto.
Sono facili da acquisire e osservare quando:
- sono adatte al momento di sviluppo;
- sono le stesse dell’adulto, uguali per tutti e regolano la vita comune;
- sono elastiche e modificabili anche con il contributo dell’allievo;
- sono più vantaggiose dell’elusione e della trasgressione;
- sono strumenti per risolvere problemi concreti;
- sono garanzia di maggior funzionalità ed efficacia;
- appagano, portano vantaggi e garantiscono iniziativa e libertà;
- anche l’adulto osserva quelle di sua competenza.
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