Nell'apprendimento è difficile sentir parlare di sicurezza, ma quando manca cala anche il rendimento.
In questi casi si parla d’indolenza, pigrizia, mancanza di volontà, rifiuto dei doveri o vera e propria incapacità, e mai di un disagio personale.
Che cos'è, quindi, la sicurezza nell'apprendimento? Pur essendo, come ogni tratto del carattere, un modo unitario di percepirsi e presentarsi, i fattori che la determinano agiscono a livelli diversi.
Il primo è la consapevolezza di saper imparare, acquisita attraverso precedenti esperienze (il riferimento al passato). Come ogni verifica e acquisizione accertata, anche questa da maggior sicurezza di fronte a nuove situazioni e, intanto, diventa esperienza. Il giovane impara a distinguere ciò che è utile da ciò che è superfluo, può capire dove lo vogliamo portare con i nostri insegnamenti, si abitua a cogliere il "nocciolo" delle informazioni, si forma uno schema sul quale inserire le nuove informazioni e così via.
Poi la situazione educativa (il riferimento al presente), cioè un rapporto educativo che riduca le distanze e chiami a fare insieme, la nostra capacità di incuriosire e di stimolare a fare e cooperare, l’abilità a trovare i giusti modi per incoraggiare, la soddisfazione e l’uso delle sue motivazioni e l'attenzione a non impiegare stimoli negativi.
Infine, la chiarezza degli obiettivi (il riferimento al futuro). Se il giovane li conosce, ha una traccia sicura su cui sviluppare i ragionamenti e le azioni e, intanto, il vantaggio di poter creare e scegliere gli strumenti più adatti per raggiungerli. Quest’ultimo è forse il punto che interessa di più la creatività e l’iniziativa.
Per spiegarci, mettiamoci nei panni dell’allievo che sa dove andare e come arrivarci. Assume l'informazione come strumento per risolvere un problema che conosce, e per questo la assimila più facilmente e ne può subito verificare l'applicabilità pratica. Ha l'opportunità di collaborare con contributi personali, e quindi di cooperare, perché conosce gli obiettivi e i modi da impiegare per raggiungerli. Utilizza esperienze già collaudate per completare la nuova informazione, o per modificarla se crede di poter giungere meglio alla soluzione. Attribuisce un valore diverso alle informazioni e le ordina secondo la loro importanza e pertinenza rispetto al problema. Acquisisce, quindi, la capacità di rilevarne il "punto nodale", la parte che permette di desumere e ricomporre tutte le altre e che, gradualmente, diventa l'unica da ricordare.
In questo modo le conoscenze non sono più il risultato di un assemblaggio di informazioni, ma la sintesi di ragionamenti ordinati in modo logico, che diventano essi stessi conoscenze adatte a risolvere altri problemi. Infine, esercita creatività e intuizione perché, conoscendo gli obiettivi e avendo fiducia nei propri mezzi, può scegliere e creare gli strumenti più adatti per raggiungerli.
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