Viviamo un’epoca in cui tanti identificano la libertà, l’emancipazione e l’autonomia nella possibilità di ignorare, se non infrangere, qualsiasi regola.
Si può dire che si assiste a un degrado culturale o, anche, all’avanzare di un’ignoranza che confonde la libertà con l’affermazione dell’interesse personale? Si può, perché troppi interpretano le regole a uso personale.
Se impongo regole ai bambini e ai giovani non rischio di frenarli nello sviluppo della loro autonomia?
Che cosa sono le regole? Sono le direttive che rendono possibili il rapporto, l’intesa e la cooperazione, e quindi rendono produttivi i comportamenti personali e collettivi. Ciò che abbiamo in comune, condividiamo, e rende comprensibili i messaggi, o i vincoli e i comportamenti che regolano la vita comune, oppure la garanzia per non sentirci inadeguati o estranei o, anche, i margini dentro i quali esercitare liberamente creatività e iniziativa.
Le regole sono essenziali per esser costruttivi e adeguati, e allora, perché tanti le interpretano come imposizioni e ostacoli alla creatività e all’iniziativa? Il difetto non sta nelle regole, ma nella loro trasmissione prematura o errata. Poiché lo stile di vita prende forma nei primi anni, quando manca ancora la critica, le regole diventano imposizioni se sono trasmesse troppo tardi, quando l’osservanza impone la rinuncia a privilegi concessi e acquisiti come diritto. Quando sono imposte solo come proibizioni o doveri e non valgono anche per l’adulto, o quando sono intese solo come strumento per far vedere “chi comanda”.
Le regole sono, invece, facili da acquisire e osservare quando sono adatte al momento di sviluppo. Nei primi anni di vita, per esempio, non serve chiederne l’osservanza in nome di ciò che è giusto, perché a questa età il bambino imita in modo passivo i comportamenti dell’adulto, e non ha il senso critico per valutare se un comportamento è lecito e permesso. E anche più tardi, l’imposizione può essere efficace sul comportamento esteriore, ma non produce cambiamento della personalità, perché stimola resistenze.
L’osservanza delle regole dipende dalla loro utilità pratica. Sono utili, per esempio, quando sono garanzia di funzionalità ed efficacia, sono più vantaggiose della violazione, sono uguali per tutti e modificabili e sono strumenti per risolvere problemi concreti. Non sono quindi vincoli ma direttive che appagano, portano vantaggi e garantiscono iniziativa e libertà, ma vanno stabilite prima, altrimenti la correzione diventa una punizione.
Alcune regole, più progredite, fanno parte dello stile di vita adulto. Esse sono alla base dei comportamenti più evoluti, come l’abitudine a proporsi senza finzioni, sotterfugi o artifizi, in pratica l’identità tra l’essere e il presentarsi o, come si dice, non avere nulla da nascondere. La capacità di proporsi, integrarsi e cooperare, che implica la disponibilità non imposta e non motivata da un vantaggio, il sapere far coincidere il proprio vantaggio con quello collettivo e la correttezza nei confronti degli altri. E, nei confronti di se stessi e della propria autostima, sono l’impegno a continuare a evolvere e migliorarsi e il rispetto delle proprie decisioni e dei propri impegni, che nella vita e nello sport s’identificano con la professionalità
Ti è piaciuto questo articolo?
Forse vuoi leggerne altri... Ecco alcuni articoli che hanno un argomento simile: