Uno sportivo famoso non dovrebbe mai andare in crisi. Un po’ per tutti, ma in particolare per il tifoso, il critico sedentario o l’indignato, non può: guadagna, è costato molto, fa una vita dissoluta è un immaturo oppure, semplicemente, non s’impegna o non è riconoscente.
Risposte al III° questionario anonimo, analisi domande da 11 a 20
PREMESSE
Le considerazioni si riferiscono a concetti generali, ma vi sono casi che possono essere discussi e, a volte, suggerire interventi particolari.
L'anarchico
Ho in squadra un ragazzo che non riesco a frenare. È indisciplinato, altezzoso e, se lo correggo, anche impertinente. Se gli voglio insegnare un gesto tecnico, lo esegue come vuole, e a volte in modo più efficace, ma influenza anche gli altri che cercano di imitarlo ed io sento quasi di non essere più seguito.
L'elogio della normalità
Qualcuno dice che non mirare oltre i limiti sia un freno alle ambizioni, l’accontentarsi di poco, lasciare possibilità inespresse o favorire l’appagamento. Parlare di normalità come del massimo dell’efficacia, quindi, va contro il pensiero comune che la ritiene contraria all’ambizione, ma rischiare critiche vale la pena, perché chiedere a un giovane più di quanto possa dare, è uno degli errori più negativo della nostra epoca.
Progetto 'Scuola di Squadra' per promuovere la pratica dello sport nelle scuole
Lo sport è da promuovere nelle scuole, negli ambienti di lavoro, negli ospedali, nelle istituzioni.
Quando il talento deve tirare le somme
Per il talento, l'adolescenza è il tempo in cui deve capire dove vuole arrivare, chiedersi che cosa deve fare, cambiare marcia e lavorare per il futuro
Trapattoni 1994: precorrere i tempi
Prefazione del libro “Calcio: formazione dell’atleta. Dai primi calci al professionista”, 1994. Sergio Vatta e Giovanni Trapattoni sono stati i primi allenatori con i quali ho parlato, e dai quali sono riuscito a farmi capire, del metodo di formazione e conduzione dei campioni dello sport.