Spesso lo sport confonde il coraggio con il rischio e il furore, ma il coraggioso passa inosservato. Rischia anche l’errore quando la situazione lo richiede ed è l’unico che la può affrontare o un compagno è in difficoltà, ma non è un benefattore a tutti i costi: chi se l’è cercata, se la risolva.
Le linee nel gioco del calcio
Tutti gli allenatori lavorano sulla struttura della linea: difensiva, di centrocampo e d’attacco.
Per prendere in considerazione una linea abbiamo bisogno di due punti, in altre parole almeno due calciatori. A mio giudizio, alcuni colleghi, spesso, impropriamente considerano una linea strutturata con un solo calciatore.
Il genitore che non è cambiato
È il genitore che, nello sport giovanile, si considera ancora indispensabile. Sa, pensa e decide per il figlio, gli fornisce soluzioni e stabilisce gli obiettivi. Lo vorrebbe responsabile e attivo, ma è più facile che ne blocchi il talento, fino ad allontanarlo dallo sport, farne un semplice esecutore o doverlo sempre proteggere.
Il ragazzo che non si adatta e provoca
Lo sport è tale se si può vincere o perdere. Un giovane deve potere praticare sempre uno sport ma, dove è possibile, farlo con altri di pari livello, altrimenti resta ai margini e patisce e, se è un talento, esclude gli altri dal gioco.
Come mi comporto con un ragazzo che, in qualche modo, ignora e sminuisce gli altri perché si ritiene migliore?
È cambiato lo sport al femminile?
Questa intervista ha forse più di vent’anni, i tempi sono cambiati e la posizione della donna è andata incontro a profonde modificazioni. La proponiamo per invitare qualche donna dello sport a dirci che cosa è cambiato e che cosa resiste ancora.
Posso essere amico dei miei figli?
L’amicizia presuppone che entrambi gli elementi del rapporto siano liberi e responsabili nell’espressione di opinioni e iniziative e non debbano mai essere biasimati e corretti. È possibile tra genitori e figli?
E se si oppongono e non si correggono?
Il contrasto con la figura adulta è quasi fisiologico, ma in un gruppo occorre intervenire. L’istruttore corregga suoi eventuali errori, poi distribuisca compiti che richiedano ingegno e, infine si confronti, ma uno o pochi non possono ostacolare tutti.