I talenti veri sono rari. Nella maggior parte dei casi, sono figure illusorie degli adulti o vecchi sogni di ognuno di noi che, almeno una volta, ha creduto di essere il primo e il migliore.
Non è un danno sognarlo, purché non ci siano, da una parte, aspettative spropositate o comportamenti educativi non adeguati all'età e, dall'altra, l'obbligo di mantenerlo.
Nei confronti del talento, le conseguenze dei sogni sbagliati possono essere più pesanti, e riguardano lo sviluppo della personalità, del carattere e dell’intelligenza. Come tutti, il talento ha bisogno di costatare la propria inadeguatezza e di trovare il coraggio per superarla. Ma se crede alla considerazione non realistica che gli attribuiamo, difficilmente può vedere i propri limiti e impegnarsi per superarli. Oppure, se si sente obbligato a rispondere con prestazioni superiori alle sue forze, il confronto con la realtà gli può far sviluppare sentimenti d’inadeguatezza e d’incapacità non più cancellabili.
Altre conseguenze si riferiscono allo sviluppo dell'intelligenza, che riguarda tre compiti fondamentali: l’apprendimento, la valutazione critica e l'invenzione. Il talento deve potersi sperimentare e, di conseguenza, anche sbagliare quando tenta il nuovo, provare, cambiare opinione e correggersi, ma, se è sopravvalutato, finisce per credere già acquisite capacità mentali che, invece, si sviluppano solo se stimolate dall'ambiente, e capacità tecniche che hanno bisogno di essere scoperte e allenate. A chi è un talento vero, ma anche a quello che è solo sopravvalutato, mancano quegli stimoli dell'ambiente e quelle esperienze formative che servono alla sua evoluzione, come i dubbi, la sperimentazione delle proprie qualità, gli errori che fanno cercare altre vie o il doversi misurare alla pari con gli altri, senza vantaggi, ma anche senza l'assillo di dare continue conferme del proprio talento.
Una conclusione è che molti talenti, per certi aspetti privilegiati, rischiano di subire gravi insoddisfazioni o anche vere forme di disadattamento. C’è quindi da stare in guardia, perché il talento, dentro e fuori lo sport, può anche essere un rischio, e perché è un meccanismo fragile, delicato e bisognoso di attenzione più di chi si avvicina allo sport semplicemente per il piacere di praticarlo. Un’altra, è che per lo sport servono qualità specifiche, ma non si può fare a meno della maturazione della persona, che presuppone lo sviluppo di tante altre qualità che appartengono al carattere e alla mente.
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